Il
PALAZZO VESCOVILE, UNA STORIA LUNGA E AFFASCINANTE
L’esposizione
di opere importanti e significative che ripercorrono passi e momenti della
chiesa locale, è l’evento con il quale si dà inizio alle celebrazioni giubilari
della Diocesi di Saluzzo. La mostra “1511-2011 Cinquecento anni della
Diocesi di Saluzzo” ha aperto ai visitatori una parte significativa della
città: l’antico vescovado che dal 1517 al 1986 ha ospitato i vescovi di Saluzzo.
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COLLOCAZIONE
E ORIGINE
L’
origine dell’edificio precede la costituzione della Diocesi e ha inizio con una
chiesa ex voto.
Non sono molte le notizie tramandateci su quest’edificio oltre ai cenni
esistenti negli archivi della Curia, del Muletti, sino a E.Dao. Situata oltre la porta S Maria
all’interno delle vecchie mura, la chiesa si affacciava a nord sulla via
Maghelona, a sud sulla via maestra, la Contrada Carrera (oggi via Volta o dei “Porti
scur”) che collegava porta S.Maria con il colle e che risale, secondo il più antico documento, al 1381.
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LA
CHIESA DI SAN SEBASTIANO
Facciata
dell’antica chiesa di San Sebastiano in Pza S.Maria a Saluzzo
L’edificio
che, secondo le indagini archeologiche della dott.sa Maffeis doveva sorgere su
una più antica costruzione, venne eretta nel 1403 dai saluzzesi per sciogliere
un voto fatto in occasione dell’epidemia di peste del 1398 a San Sebastiano,
patrono contro la peste sin dal sec VII.
La chiesa costruita nello stile
di transizione gotico e rinascimentale, con la facciata sulla via Portici scuri, aveva, sulla porta d’ingresso, oggi
tamponata ma ben visibile, nella lunetta ad arco acuto, l’immagine di
S.Sebastiano colpito dalle frecce e, al di sopra, l’immagine di Maria. Questa
porta è stata salvata dalle successive ristrutturazioni. Via era anche,
nell’angolo, un dipinto probabile opera di Pietro Pocapaglia di Pietro Pocapaglia da Saluzzo(?)dipinto col Laudario
che era sulla facciata del S.Sebastiano
Saluzzo
con il crocifisso i fedeli e quattro cartelle contenenti 14 versi del
Gonfalone, prezioso esempio di lingua volgare del saluzzese (cfr. Lea C.
Antonioletti -1998 pp 145 e 62) Nel 1980 il dipinto venne staccato dalla
facciata, restaurato per essere collocato nella cappella delle Reliquie;
attualmente è esposto nella sala verde della mostra insieme con altri oggetti
preziosi.
Anche l’interno della chiesa venne
affrescato con tutta probabilità dallo stesso pittore. La decorazione Interno
della chiesa di S.Sebastiano, affreschi quattrocenteschi con santi
parietale,
secondo l’uso diffuso nel sec XIV- XV, doveva rivestire interamente l’interno
della cappella, come hanno rivelato i ritrovamenti del 2000. Sono rappresentati
quattro santi il cui capo è andato perduto per il successivo inserimento della
volta a crociera. Altri due santi: probabilmente S.Caterina d’Alessandria
d’Egitto (sec. IV), elegante figura di sapore jaqueriano, caratterizzata dalla
corona, la palma e una piccola ruota che reca tra le mani simbolo del suo
martirio. Accanto a lei una figura con il labaro del martire Tebeo, si suppone
possa raffigurare S.Chiaffredo o S.Costanzo patroni della città di Saluzzo.
Queste figure, conservate intere, sono di raffinata e più antica fattura. Una santa di cui si scorge solo il
panneggio, accanto a S.Rocco, taumaturgo del 1295, di Montpellier, spesso
accomunato a S.Sebastiano nella funzione di protettore contro la peste, è
riconoscibile dall’attributo della piaga causata della peste contratta nella dedizione
agli ammalati.
Nel 1487 durante l’assedio di
Saluzzo da parte delle truppe del duca di Savoia Carlo I, i canonici
abbandonarono la collegiata S.Maria e si raccolsero dentro le mura e, a
motivo delle rovine provocate alla colleggiata dalla guerra, dovettero
officiare nella chiesa di S. Sebastiano, amministrarvi i sacramenti e tenere in
sacrestia le adunanze capitolari.
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IL
PALAZZO VESCOVILE
Nel 1490 ebbe inizio la storia
del palazzo vescovile. Il Capitolo cedette al Decano Bernardino Vacca una casa
di sua proprietà presso S.Sebastiano, a servizio della Collegiata. Nel 1516
dopo l’istituzione della Diocesi, l’edificio fu acquistato dai canonici della
cattedrale dal vescovo GiulianoTornabuoni per destinarlo ad uso di palazzo
vescovile insieme alla chiesa di S.Sebastiano. In questa casa, approvò gli
statuti del Capitolo.
Il palazzo che
conserva sulla facciata gli stemmi dei vescovi, diventato vescovado venne
adattato e ampliato tra il 1568 e il 1581 dal Vescovo Giovanni Maria Tapparelli.
La cappella
che, con la costruzione del Duomo nel 1500 era diventato area sepolcrale, venne
profondamente trasformata tra il 1600 e il 1800, con una ristrutturazione
che, lo ha suddiviso in due piani, di cui la zona sottostante con le volte a crociera,
accolse nel 1604 la salma del vescovo Beato Giovenale Ancina esposta alla
venerazione dei fedeli in quel luogo, dove aveva predicato e celebrato.
Nella seconda
metà del ‘600 il vescovo Lepori continuò i lavori iniziati dal vescovo
Tapparelli per la ristrutturazione del vescovado e, dopo aver costruito una
piccola cappella privata, affittò la chiesa di S.Sebastiano e il piano terreno
a uso commerciale con botteghe, a profitto del seminario vescovile. Venne
conservata intatta la facciata con i suoi affreschi.
Nel 1710 il
Vescovo Morozzo completò i lavori della fabbrica facendolo ricostruire il
palazzo dalle fondamenta e ampliandolo nella struttura con il bello scalone
d’onore e la sala degli stemmi e con la facciata principale in via Maghelona
in eleganti forme architettoniche con prospetti cornici, frontoni alle
finestre.
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DECADENZA E TRASFORMAZIONI
da Corriere di Saluzzo 8.9.2011
Bibliografia
L.C.ANTONIOLETTI Saluzzo Guida-ritratto della città,
1998
G.ROVERA - La
lunga e travagliata storia del vecchio palazzo vescovile , inserto del
Corriere di Saluzzo. Giugno 2003